Curcuma: Oro d’India
La Curcuma è una delle più importanti spezie indiane utilizzate per le sue proprietà’ medicinali e per dare colore e sapore a molti piatti. La sua importanza era conosciuta già 3000 anni fa negli antichi testi indiani dei Veda.p
Si tratta di una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Zingiberaceae molto simile allo Zenzero, originaria dell’India, oggi coltivata anche in regioni a clima tropicale caldo e umido (Sri Lanka, Perù; Africa). Il suo nome deriva dalla lingua persiana-indiana e precisamente dalla parola Kour Koum, che significa Zafferano; infatti la Curcuma è anche nota col nome di Zafferano delle Indie.
Un tempo era dunque chiamata “zafferano dei poveri” per il suo colore brillante giallo, oggi la Curcuma è considerato “oro dell’India”.
La droga è rappresentata dai RIZOMI formati a loro volta da tubercoli di forma ovoidale di colore giallo, lunghi da 3 a 5 cm che vengono fatti bollire e quindi seccati in forno per ore e infine macinati per produrre la spezia omonima che tutti conosciamo.
La Curcuma viene impiegata nella medicina tradizionale indiana e in quella cinese come disintossicante dell’organismo, in particolare del fegato e come antinfiammatorio. Queste proprietà salutari sono le stesse che oggi vengono confermate dalla medicina ufficiale, anche alla luce dei numerosissimi studi e scoperte che la scienza attuale ha ufficialmente confermato: azione antinfiammatoria, antiossidante, colagoga, coleretica, ma forse la più importante è sicuramente quella antitumorale.
Il dato che ha “catturato” l’attenzione degli studiosi è che nei paesi asiatici e in particolare in India, dove il consumo di Curcuma è altissimo, l’incidenza dei tumori è molto bassa.
L’attività antitumorale della Curcuma è da attribuire alla CURCUMINA , il principio attivo più importante dell’intero fitocomplesso. L’azione della curcumina avviene a più livelli: inibisce la trasformazione di una normale cellula sana a cellula neoplastica, inibisce e rallenta il processo di angiogenesi tumorale, previene le metastasi e non per ultimo potenzia l’effetto della chemioterapia.
Per un uso salutistico è sufficiente riuscire ad integrarla nella nostra dieta quotidiana, la dose consigliata è generalmente di 1,5-3 grammi (l’equivalente di un cucchiaino da tè) al giorno di rizoma essiccato e ridotto in polvere.
Per la scarsa idrosolubilità dei curcuminoidi e dell’olio essenziale, se ne sconsiglia la somministrazione sotto forma di tisana.
Fin dai primi studi scientifici sulla Curcuma fu notata la sua scarsa biodisponibilità. Il suo assorbimento da parte del nostro organismo è piuttosto basso e questa particolarità ne rende l’impiego molto sicuro; al contrario, questa peculiarità, potrebbe essere di impedimento alla sua efficacia. Infatti la Curcuma ha un bassissimo assorbimento Intestinale, e un rapido metabolismo epatico.
Per assicurarne l’assorbimento ci viene in aiuto il PEPE NERO la cui associazione aumenta in modo sostanzioso l’assorbimento della stessa. La PIPERINA, l’alcaloide responsabile della piccantezza del pepe nero, è in grado di aumentare le concentrazioni plasmatiche della curcumina dopo somministrazione di una determinata quantità di Curcuma. L’ effetto è imputabile alla riduzione da parte della piperina dei processi di trasformazione epatica della curcumina. Per tanto si può aggiungere polvere di Curcuma a fine cottura abbinandola a qualche grasso, tipo olio d’oliva, burro e una spolverata di pepe al fine di facilitarne l’assorbimento.
L’utilizzo di Curcuma è controindicato in presenza di calcoli biliari; attenzione in questo caso, anche all’uso abbondante di Curry in cucina. Sotto il profilo della sicurezza la Curcuma ha finora dimostrato di non essere gravata da effetti avversi degni di rilievo e di non interagire in maniera rilevante con i farmaci, per tanto in letteratura non sono riportati altri effetti collaterali significativi.
Dott.ssa Antonella Ferrulli